Versicolazioni  
 
Biografia  
versicolazioni 8 - Poesia visiva di Bianca Madeccia   versicolazioni 7 - Poesia visiva di Bianca Madeccia   versicolazioni 6 - Poesia visiva di Bianca Madeccia
 
 

ALTA TENSIONE   

Sono nata nel giorno dell'alta tensione,
la mia arma preferita il pugnale arabo,
quella, cioè, che più mi somiglia
nel suo linguaggio di giri corti e serrati.

(dalla raccolta inedita “Alta tensione”)

 
 

CREDO

Credo
nella trama fitta
delle piccole cose
in un segreto linguaggio circolare
nelle minute presenze invisibili

Credo
negli echi
nelle ombre
nell'impalpabile
nei cori notturni sul mare

Credo
nelle musiche sussurrate dalle pietre
nell'idioma delle nuvole
nel silenzio delle parole
nei discorsi contenuti nel silenzio

oggi credo

e mi unisco al coro dei cantori
dell'esistente
invisibile.

(dalla raccolta inedita “Alta tensione”)

 
 

ALLA LUNA   -  Alla Luna MP3   (recitato su base musicale dal gruppo Eccebbanda)

Un guerriero zen
innamorato della morte
parla parla parla
mentre mostra le cicatrici alla luna
per farla invaghire di sé
- Vedi?
Potrei morire domani se solo volessi -

L'astro non risponde
e osserva dall'alto
questa eternamente mimata
vicenda adolescenziale
- Agli umani -
piace recitare.
Che ne sanno loro
di una vita infinita?
Che ne sanno loro
della morte eterna?
Ci sono state altre ere glaciali
né migliori né peggiori di questa

Tutto il resto
è teatro.

Una tragedia
quando si ripete due volte
diventa farsa

(dalla raccolta inedita “Alta tensione”)
 
  
MAESTRALE (invettiva)  

Ah, che il disprezzo seminato ti invada il giardino
E il terrore di notte ti tormenti in sogno

Vederti annegare nelle lacrime che spargi
E la rabbia che hai dentro bruciare come fosforo l'aria

Che insipienza di vita ti renda il pane sciapo
Condannato a desiderare e a non poter mai avere

Lebbroso scacciato da tutte le porte
Costretto a vagare senza meta
La tua stirpe sparsa ai quattro venti

Possa solitudine tenerti compagnia a vita
Il dolore abitare in eterno a casa tua
E allearsi con buio e tempesta
E tu vivere in ombra perenne

Che anche la terra si rifiuti di accogliere le tue ceneri

Che tutto l'odio che hai ti ritorni indietro
Moltiplicato per mille e poi mille ancora
Sotto forma di gelo, disprezzo, pensiero, catena, tortura,
amore

(dalla raccolta inedita “Alta tensione”)

 
 
 
  LA CUOCA

Mi arrangio come posso
ad addensare sapore
attorno alla vostra esistenza.

Ma il mio cibo non vi piace.
forse
perché sa di miseria.

Non dovreste disprezzarlo, no
è vivace,
ingegnoso,
fresco
fatto di cose semplici e disperate.

Ah, sì, lo so,
ha un sapore instabile,
di vita arrangiata giorno per giorno
impastato
delle piroette molteplici
di chi ha colto il senso quotidiano
sull'orlo degli abissi.

Disprezzando il mio cibo
disprezzate
l'ingegno di vivere,
l'arte di arrangiarsi
la finzione obbligata
di una
costretta a restare a galla
per Voi

O morti annegati nella consuetudine tombale
di un cibo senza più desideri né ricordi

(dalla raccolta inedita “Alta tensione”)

 
 

PERFETTAMENTE INTERCAMBIABILE

Cambio di turno.
Altrove.
Non toccano più a te
echi, ripetizioni,
stanche orologerie erotiche
sillabe cadute.

In quel posto non più tuo
sotto la coperta rossa
una donna diversa
ma non differente
ridà vita allo stesso
copione di sempre.

Il tuo corpo, fantasia innevata
perfettamente intercambiabile
ha lo stesso peso del suo.
E il suo
gelida immagine di scintilla
racchiusa in sfera di vetro
più del tuo non conta.

(da “Poesia d’amore al femminile”, ed. Akkuaria 2005)

 
 

ACQUA

Io sogno
un indumento d'acqua
assolo di vetro
e nel mio sogno
le parole
golfo cristallino
acque pericolose e incerte
onda di seta
vela d'angelo spezzata
si tuffano
lacerando
in piena luce

(in “Fotoscritture” ed. Lietocolle 2005)
 
 

EPITAFFI

Scrittrice di epitaffi sulle lapidi dei cimiteri
donna del disincanto
raccolgo pene di cuore e amoreggiamenti
in questo mondo ricoperto di polvere

E sono cosí brava
che ho un camposanto tutto mio
È una gioia a primavera
potare le roselline bianche e sfrondare la verbena

Dei fiori che colsi
ne faccio corone
Di quelli che non colsi
poesie che poggio sulle lapidi

In ogni angolo della mia anima
c'è una lapide ad un Dio differente

(in “Stagioni”, ed. Lietocolle 2007)

 
 

GABBIE

Sazia di scalare stelle
mi spingo verso il mare

Ora tu sogni lenzuola stese al sole
io invece di notte
sogno falò

Il giorno ci sveglia
e costruisce per noi
grandi gabbie di vetro

Di nuovo i papaveri
saranno solo macchie di linguaggio
che non sanno nulla di me

Ma non li rinnego
Anche oggi
Li reggo.

(in “Roma verso Milano”, ed. Lietocolle 2007)
 
versicolazioni 4 - Poesia visiva di Bianca Madeccia   Poesia visiva di Bianca Madeccia   versicolazioni 1- Poesia visiva di Bianca Madeccia
 
 
 
L'acqua e la pietra - video
Bianca Madeccia - installazioni
Bianca Madeccia - Videointervista mostra Extra_Vaganti 2008
L'acqua e la pietra - il libro
Videointervista su - L'acqua e la pietra
 
     
  vai a paginavai alla pagina n° 2   vai alla pagina n° 2
     
chiudi