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Patrizia Simionato : Personale
13 maggio 2007


Patrizia Simionato è una giovane donna dinamica e sognatrice: ama la Natura, il mondo che la circonda; ama guardare, esplorare, viaggiare, per provare sempre nuove emozioni, sensazioni che la arricchiscono e che vengono tradotte nel suo lavoro. Ama la manualità, il contatto con la materia. Ama la Bellezza, la Donna, la Femminilità, la Sensualità, l’Eleganza.
Basta guardare le sue pittosculture (così molta critica ha definito i suoi bassorilievi in ceramica) per cogliere la passione con cui Patrizia ritrae un’idea di Bellezza che, grazie a quelle sue forme morbide e alle sue linee nitide, può far parlare di Classicità, rivisitata attraverso la plastica del Canova e l’idealizzazione raffinata di Tamara De Lempicka. Ed ecco volti, corpi, profili armoniosi sublimati in una materia levigata, pulita, spesso monocroma. Il segno è grafico, inciso, freddo, ma nell’unione con il rilievo della ceramica dà vita ad opere sensuali e passionali. Particolarissimo è l’uso del colore, che non conosce mezze vie: sculture e bassorilievi sono dominati dal bianco puro o da colori forti, vivi, brillanti. Spesso il candore di un’opera viene interrotto da un segno dorato, o da una macchia rossa che, provocando un effetto di scossa e di sorpresa, fanno meglio percepire ciò che si cela in profondità.
L’eleganza e la ricerca estetica che dominano i lavori di Patrizia non sono infatti mai fini a sé stessi, bensì nascondono una certa ricerca interiore, mentre la simmetria e la regolarità delle forme spesso fanno emergere simbologie e significati che rivelano il bisogno dell’artista di scavare, scoprire, andare oltre. Anche il colore usato è importante per quel sostrato filosofico e simbolico che porta con sé: il blu, ad esempio, è Spirito, Spiritualità, il rosso Passione, il bianco Candore, Purezza. La stessa ricerca è presente anche nelle pitture di Patrizia Simionato, non estranee al mondo onirico ed allegorico dei Simbolisti.
Da sempre affascinata dal mistero, dall’alchimia, dalle antiche civiltà, ha scelto come proprio simbolo-firma una spirale arricchita da sette raggi: il movimento della spirale ci conduce all’interno, al centro dominato dallo spirito, in continuo dialogo e rapporto con il mondo grazie a quei 7 raggi che si propagano verso l’esterno.

In Flowers, Patrizia Simionato espone stampe di fotografie rielaborate al computer, ma anche pitture, legni, piccole sculture, poesie. Sono lavori per lei nuovi, diversi dai bassorilievi che costituiscono la maggior parte della sua produzione artistica, anche se assolutamente affini a quelli nello spirito che li permea.
E’ la prima volta che l’artista ritrae dei fiori, pur avendone sempre ammirato le forme, i colori, la varietà. In essi ritrova l’eleganza e la simmetria, ma anche la fragilità, la tenerezza, la bellezza dell’essere femminile, da lei esplorato in quanto donna lei stessa.
I fiori evocano la Primavera, la Natura, la gentilezza, ed ognuno di essi è portatore di un diverso messaggio, che si arricchisce del significato dei colori vivi e sgargianti che li caratterizzano. L’orchidea è sensuale, carnosa, strutturata; la campanula è semplice, elegante; i fiori a calice rimandano a quanto di più intimo è nella donna. I fiori che Patrizia Simionato predilige sono però Iris e Magnolie: sono essenziali, anche nella forma articolata e quasi scultorea che li caratterizza. Dell’Iris ama quel blu profondo che si collega alla Spiritualità, all’Interiorità di ciascuno, al Pensiero, mentre la Magnolia è percepita più a livello tattile, fisico: inoltre, è caratterizzata da bellissime foglie grandi, decise, sicure di sé, che comunicano un senso di difesa e protezione. L’artista non è attratta invece dal Garofano, che con i suoi troppi petali disordinati è contrario all’idea di forma nitida e precisa che sottende tutti i suoi lavori.
Le piccole stampe su tela realizzate studiano fiori singoli ingranditi e resi quasi tridimensionali, mentre le grandi stampe su carta giapponese mostrano la reiterazione dello stesso fiore, sovrapposto e moltiplicato più volte, tanto da sembrare in procinto di uscire dai limiti della cornice per sbocciare ed invadere lo spazio dello spettatore, immerso così in un grande prato fiorito e dominato da emozioni, gioia di vivere, un po’ di mistero. Tanto che, con Patrizia Simionato, rispetto a questi Fiori viene da chiedersi: “avranno anch’essi un’anima?”.

Nicoletta Consentino
Aprile 2007



 
 
 
 
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