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Sicofanti
erano chiamati coloro
che denunciavano
il traffico illegale
dei fichi
dalle campagne dell’Attica
nella grande Atene
La bianca città
ripagò
con un marchio di infamia
quella delazione
che pure era lodevole
in difesa della legge
ma contro gli interessi
degli arraffoni
Oggi al posto dei fichi
cifre spropositate
passano
con un semplice
click del mouse
dalle città di cemento
e di vetro
ai verdi paradisi fiscali
Ma di sicofanti
non se ne trovano
quasi più |
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“Ti voglio bene”
mi dice
raccogliendo
la moneta
che lascio cadere
nella sua mano
Passa fischiettando
un ragazzo
L’aria è tersa
odora di tigli
E’ quasi bella la città
L’unica cosa che stona
è appunto
la moneta |
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Basta una semplice
particella
dice Weinrich
una congiunzione
perché due parole
si uniscano
in un abominio
Sangue
e
suolo
Oggi
come allora |
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Delle mani
dei piccoli nomadi
prenderanno le impronte
Non per discriminazione
dicono
ma per la sicurezza
dei cittadini
e la loro tranquillità
Uccelli neri
passano gracchiando
in volo
Il vento soffia
nei cimiteri |
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Annibale è alle porte?
Si chiedono
i sordi
e i ciechi
e i muti
aggirandosi nella città
che lentamente
brucia |
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Melma
è una parola che deriva dal longobardo
e significa
-leggo sul vocabolario-:
Terra abbondantemente
intrisa d’acqua
attaccaticcia
che si trova spesso
sul fondo dei fiumi
E in senso
figurato:
endemica bruttura morale
Chissà se lo sanno
le camicie verdi
che raccolgono in un’ampolla
l’acqua del grande fiume
invocando i longobardi
loro avi? |
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Se ne stava così triste
il gran re
che l’ospite lacero
ne ebbe pietà
e degli inferi scese
gli infiniti gradini…
Ma la favola di Alcesti
può essere oggi
raccontata così:
Se ne stava così lacero
l’ospite
che il gran re
ne ebbe fastidio
e agli inferi ordinò
che fosse condotto
degli infiniti gradini… |
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Ormai li tirano
su a pezzi
dal fondo del mare
i pescatori
braccia
gambe
tronconi
qualche volta una testa
smangiati dai pesci
incrostati di sale
Poi li ributtano all’onda
Il loro nome
affondò con loro
Hassan
Mriam
Alì
“Fleba il fenicio”
dice il poeta
“dimenticò il guadagno
e la perdita”
La perdita
fu loro
Di altri
il guadagno |
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Per avere pietà
degli altri
occorre innanzitutto
avere pietà
di se stessi
Che la pietà
sia lontana
lo dicono i volti tronfi
il lifting
la bandana |
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A Torino
Nietzsche
abbracciò
un cavallo
e gli chiese perdono
prima di perdersi
nella notte
Nella notte
a Milano
un ragazzino
annoiato
maledisse il barbone
prima di dargli
fuoco |
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Usa
che non è ancora l’alba
salutarmi dal tetto
il merlo
col suo canto
La città
sta dormendo
ignara
dell’armonia
che potrebbe
salvarla |
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