BIRDS
Note a cura dell’autrice
 
West Overton: borgo sul fiume Kennet, nel Wiltshire, l’odierno oggi Wessex, la regione inglese capitale oltre che dei monumenti megalitici britannici anche dei cropcircles, i grandi simboli astrali disegnati nei campi di orzo e grano, di erba ed erica, vicino ai fiumi Kenneth, Avon e Till.
 
Marlborough: il centro principale del Wessex, sede di un college famoso per la sua storia e la sua severità, nel cui parco sorge quella che viene indicata dagli abitanti come una delle tombe di Merlino: Merlin’s Mount, un grande tumulo coperto d’alberi, con un sentiero a spirale che sale alla sommità dell’altura (sulla quale oggi sono allocati impianti del college),  ritenuta sorella della più nota Silbury Hill.
 
fiume nero: il fiume Kennet; un tempo una delle sue sorgenti, quella presso Silbury Hill, era chiamata Cunnit (oggi Kennetspring), nome che potrebbe essere messo in relazione con le dee della fertilità nel loro aspetto più sotterraneo. In questo senso, lo sgorgare della sorgente costituisce una ierofania del mondo sotterraneo, non a caso anche tra i celti le dee erano spesso percepite sotto forma di corsi d’acqua, dove la divinità ctonia era vista non solo nella terra, ma nel fiume che la bagna e la rende feconda la terra.
 

Prescelly Hills, Marlborough Downs: dalle colline di Prescelly, nel Galles, furono estratte le Pietre Blu, monoliti di pietra azzurra o turchese contenente solfato di rame, portati a Stonehenge dopo un viaggio di 385 chilometri; dai colli di Marlborough, invece, provengono gli ancor più grandi monoliti di pietra arenaria Sarsen, impiegati sempre a Stonehenge dopo un viaggio di 30 chilometri. Va ricordato che quasi sempre la “cava” del sito sacro (come ad esempio a Filitosa, in Corsica) coincide con il luogo originario di culto. Un confronto, a Stonehenge, tra Morgana e Merlino?

 
Splende sulla Pietra della Luna: Heel Stone (pietra del calcagno), trasportata probabilmente dalle colline di Marlborough,  forse la prima posata nella zona in cui sorge Stonehenge, sorge all’esterno del cerchio megalitico. In passato, secondo alcune interpretazioni, avrebbe avuto accanto una pietra gemella: i primi raggi del sole del solstizio d’estate (21 giugno) brillavano nella porta costituita dalla coppia di pietre, raggiungendo il centro del monumento di Stonehenge. Ma la stessa posizione, secondo altre fonti, in una  prima fase avrebbe indicato invece il sorgere della luna. E’ l’unica pietra naturale, cioè non sagomata, posta in posizione eretta del sito.
 
Pietra Altare: l’unica di arenaria micacea, su cui batte il raggio del sole solstiziale, è a mio avviso significativamente coppellata al centro da una sorta di ombelico. Per alcuni, originariamente non fu mai eretta e non fu mai piantata al suolo proprio per la funzione che indica il nome; per altri, il nome è arbitrario. Attualmente giace a terra, spezzata in due, come dormiente.
 
Il corvo: sacro a Morgana, in Galles regina di Avalon, mondo sotterraneo delle fate, in altre leggende sorella di Artù. Dea del mare in Bretagna. Morrigan in Irland.
 
Trilite: struttura architettonica ricorrente nel megalitismo europeo mediterraneo e atlantico.
 
Stornelli blu: i custodi dell’area dicono che gli stornelli che vivono attorno a Stonehenge siano di piumaggio blu d’estate e verde d’inverno e che non migrino mai.
 
pietre blu: al materiale di cui sono composti  ancor oggi nella piana di Salisbury  vengono attribuite proprietà magiche.
 
giocando a rimpiattino con la luna: tra le ipotesi archeoastronomiche, quella per cui le eclissi di luna e sole possano essere previste con una specie di gioco dell’oca basato sulle 56 Haubrey Holes, le buche del terrapieno circolare, circondato da un fossato, della prima fase di Stonehenge, e sulle 29 e 30 buche dei due anelli interni della terza fase che indicherebbero l’orbita lunare, usando quattro “pedine”: il sole, la luna e i due nodi lunari.
 
Stonehenge: sito megalitico nella piana di Salisbury, nel Wessex, nel sudovest della Gran Bretagna, al centro di un vasto insieme di monumenti che vanno dal Mesolitico all’età del Ferro, tra i fiumi Avon e Till. La leggenda dice che fu Merlino con la sua magia a portare le pietre di Stonehenge nella piana di Salisbury dall’irlanda, dove i Giganti le avevano trasportate dall’Africa. Secondo alcune interpretazioni di archeoastronomia, Stonehenge può essere considerato una sorta di gigantesco computer utile tra l’altro per la previsione delle eclissi lunare e solare. Il monumento è stato progettato e riprogettato nel tempo secondo differenti funzioni astronomiche. Il sito vide diverse fasi di costruzione, dal 2800 al 1550 a.C. circa, quando assunse la forma definitiva, ripristinata dopo un millennio di abbandono. Secondo le indicazioni (a volte contrastanti) ricevute dall’abbondante bibliografia reperibile in loco, nella prima fase (2800 a.C.) l’area sacra era composta da un terrapieno circolare circondato da un fossato, con cinquantasei buche, e da quattro pietre poste all’esterno del circolo volte ad inquadrare la massima elevazione dell’alba lunare. Una seconda fase (2500 a.C.) avrebbe visto al centro dell’area una struttura di legno, con file e anelli di pali ed una griglia lignea utile ad individuare i movimenti astrali; altre fonti invece individuano nella seconda fase (2100 a.C.) il posizionamento al centro dell’area di un arco di Pietre Blu, rivolto con il dorso alla Heel Stone, attraverso le quali passava la luce del sole al solstizio d’estate, e inoltre la collocazione di altre quattro pietre lungo la circonferenza interna a formare un rettangolo i cui assi sono relazionati al tramonto della luna e al sorgere del sole al solstizio estivo. La terza fase è suddivisa a sua volta in tre periodi: il primo (2000 a.C.) vede la posa di un perimetro circolare di trenta pietre di arenaria Sarsen con all’interno cinque triliti disposti ad arco con le braccia aperte verso il solstizio solare estivo, la cui luce, passando attraverso altre due pietre interne al circolo, batteva sulla Pietra Altare (forse, chiedo, sulla coppella-ombelico?); il secondo (1550 a.C.) registra la creazione di un ovale di Pietre Blu, forse diciannove, all’interno dell’arco di triliti, oltre ad un sistema di fosse disposte a schema Y e Z  lungo due nuovi circoli concentrici esterni alle Sarsen (il circolo più interno di 29, quello più esterno di 30) costituiti da Pietre Blu, che non è però chiaro se furono realmente tutte erette (per ospitarle,  secondo altre fonti, erano state scavate 82 fosse, ma il lavoro non fu completato); il terzo periodo vede la rimozione delle Pietre Blu e la loro disposizione in cerchio tra il circolo di pietre Sarsen e l’arco di triliti. Versioni divergenti, posto che io sia riuscita a sintetizzare correttamente le differenti posizioni, esistono soprattutto in merito alla cronologia dei periodi di costruzione di questa terza fase ed in particolare sui tempi di erezione del circolo di pietre Sarsen e dell’architrave continuo le collega, che, secondo altre ricostruzioni, furono realizzate nell’ultimo periodo. In ogni caso, quanta fatica per cercare di dimenticare la luna!
 
Sette Tumuli:sorgono misteriosi lungo la strada tra West Overton e il Santuario, poco prima di West Kennet, piccolo borgo sulla strada tra West Overton ed Avebury, prossimo sia a Silbury Hill che al West Kennet Long Barrow.
 
Santuario: sulla collina di Overton, il Santuario (3000 a.C.) era un tempio coperto di legno, a pianta circolare, con un’apertura centrale nel tetto; fu ricostruito tre volte, la quarta due cerchi concentrici di monoliti sostituirono l’architettura lignea. Dalla collina di Overton iniziava la Kennet Avenue, lunga due chilometri, fiancheggiata da due file ininterrotte di menhir in pietra Sarsen (blocchi di arenaria provenienti da affioramenti calcarei dello Wiltshire, ritenuti sia maschili che femminili) che immetteva da sud nell’henge di Avebury. Una via processionale, un lungo serpente di pietra la cui testa alcuni vedono nel  Santuario della collina di Overton.
 
West Kennet Long Barrow: struttura dolmenica sotto tumulo, con apertura ad est (3700 a.C). Consiste in un’elaborata struttura megalitica dolmenica a cinque camere che si aprono su un corridoio assiale. Il tumulo che la ricopre, con due lunghi fossi ai lati, è di forma trapezioidale, riempito di pietrisco di gesso. In una seconda fase, il passaggio di entrata è stato fronteggiato da una facciata di massicce pietre Sarsen innalzate lungo l’asse nord-sud, che creano all’esterno una piccola corte semicircolare. E’ rilevante che le cinque absidi, semicircolari, due a destra e due a sinistra, corrispondano perfettamente alla pianta base del tempio maltese, disegnata sulla silohuette della dea, la cui testa è il quinto sacello, quello in fondo al corridoio, di fronte all’entrata. Il long barrow inoltre sorge sopra Cunnit, una sorgente del Kennet (v. fiume nero). Durante la mia visita si è verificata una caduta di grandine “globulare”.
 
Verso Avebury: dove sorge un circolo di grandi pietre dal diametro di 348 metri (v. anche Santuario); in origine il complesso consisteva in un circolo esterno formato secondo alcuni da 98 (per altri 99 o 100) menhir non sagomati, circondato da un terrapieno a sua volta cinto da un fossato, con all’interno due circoli più piccoli uno a nord sembra di 27 pietre e uno a sud di 29, numeri relazionati con il ciclo lunare, che, sommati danno il 56 delle antiche fosse di Stonehenge, mentre, volendo, 99 sono le lune piene degli otto anni del volgere di Venere intorno alla terra.
 
La pietra forata: imponente, ricoperta di coppelle, quasi crateri lunari, di diverse grandezze, nei pressi di una casa e fino a qualche anno fa prossima ad un grande albero. Ad Avebury alcune pietre (Cove) si ritengono relazionate alla luna piena di metà inverno.
 
St.Margaret Mead: dove sorgeva l’antica chiesa di santa Margherita, fu trovato il calderone oggi conservato al Wiltshire Heritage Museum di Devizes. La santa sincretizza sempre con luoghi di persistenza pagana.
 
Silbury Hill: il più grande tumulo artificiale d’Europa, collina interamente artificiale costruita con terreno di riporto, una sorta di piramide erbosa alta circa quaranta metri, datata 2660 a.C.. Su due tumuli originari, già sovrapposti, fu eretta una piramide conica con sette terrazze collegate da un cammino in spirale ascendente (prima si riteneva fossero i gradini di un cono). Nell’ultima fase, l’osservatorio fu coperto di bianco pietrisco gessoso, conferendogli un profilo liscio. Tra le ipotesi, che Silbury Hill rappresenti la Madre Terra e sia associata ai culti annuali della fertilità. Tra Silbury Hill e West Kennet Long Barrow sgorga la Kennetspring, una delle sorgenti del fiume Kennet, un tempo chiamata Cunnit. La sommità della piramide è  ben visibile da West Kennet Long Barrow e volge sul grande serpente di pietre del complesso megalitico di Avebury.
 
Nella tua casa: la casa della mia nonna paterna, Maria Niero in Barina.
 
Luminosa notte: sulla strada di ritorno a West Overton.
 
 
Antonella Barina, 2007
 
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