Nel respiro che percorre ciò che vive
Nella pelle della mia schiena
Nella luce della mia mattina
e nel capriccio della mia notte
io sento una nota stonata
Una ferita aperta nel mio corpo
pulsa di vermi umani
In spregio alla mia interezza
lordano la sabbia
di fuoco e fiamme
Avvelenano fiumi e mari
Dannano l’aria
II
E la dea che ha creato l’universo
è diventata un dio
La dea che ha partorito gli altri dei
è diventata un dio
La dea che ha generato donne e uomini
è diventata un dio
Chiuso nei templi
a generare la guerra
Vieni, Dike
Figlia e sorella
Me stessa
Vieni
III
Inconosciuta che stai dietro la nostra memoria
Scritta nel rovescio delle palpebre
Nelle venature delle foglie
Non è che un istante nella storia delle stelle
il tempo in cui l’orrore
deve essere consumato
Tempo vi sarà per il nostro ritorno
Tempo è venuto che le nostre parole
siano ascoltate
* “Un”, Venezia, Teatro Goldoni, 21 maggio 1991,
(Guerra del Golfo, terza guerra mondiale, prima fase) |