Metropoli
di Fabia Ghenzovich
poesia ( per rap )
 

 

Da fondali di asfalto corpo elettrico su picchi di cemento sale stride scatta in avanti
sferraglia muscoli d’acciaio nervi tesi su dorso sotterraneo acquattato per il salto.
Sbuffando monossido approda all’aria interseca geometrie linee diritte croci
dove batte ruggendo il cuore di meccano.
Babele/Babilonia.
Quando sarà finito questo caotico infosferico pullulare d’alfabeti
quando tornerà l’era ad un regno di silenzi e la specie cadrà dall’alto scranno
come fosse in partenza predisposto parole senza suono
saranno le polveri di Babilonia.

 

Fiera della simultaneità metropoli globale gorgo elettrico buco nero
d’attrazione fatale prima di cadere prima di cadere istantaneamente
percepire minime galassie indossare  indossare
l’UNIVERSO.

 

Deflagrazione caleidoscopica luci suoni colori megaschermo effetto
speciale tutto l’anno come Natale megalopoli inter- razziale.
Ordine /disordine traffico intenso in aumento tutto polifonia
colori suoni odori odori spezie kabab all’angolo di una “square” specialità
indio-cinesi-giappo-tailandesi pizza napoletana mortadella sudamericana
FUSION
colori suoni odori
in / contro.

 

Geyser energetici eruttano musica immaginazione mistica medium museum mondi
massimo confort massima espansione
luci suoni colori record di graffiti sui muri
e nell’aria parole parole parole parole parole
e rumori rumori in aumento.

 

Materia e non
incolla le parole graffia grida soffia sussurra fa e disfà in duplice triplice distinta
ideazione per contrapposto centripeta vibrazione
d’un suono disfacimento di particelle in profusione.
Materia e non
spazi vuoti spazi pieni
e non.


Giù nel fondo sotto spazi siderali corsari pirati della strada signori della tecnica
politici santoni barbari e barboni a frotte a frotte battono le rotte
tassametri smog cinismo nel retrovisore
click assuefazione click mani telecomando puntate verso overdos di televisione
click prezzi alle stelle click pubblicità money spendere spandere
in collisione di strilli di grilli stress ambientale macello totale
arcobaleni artificiali oscurano le stelle
 per nostra misteriosa sorte seguendo livide chimere
 un testa un coda zigzag
sgomitano pronostici statistici linguistici se dico se canto se chiamo ti amo
amore sputato illustrato in etichette in pasto a rotocalchi in pasto a cani e porci
arrivano da cicliche catene di coatti arrivano gli orchi

 

Corpi vuoti ombre di corpi uniti per bande ciechi automi dai movimenti spasmodici
in discesa in caduta in precipizio più in basso danze macabre echi feroci
dell’atavico dente mano avida mano di sempre.
Ebbro di sangue l’odio fende colpi dilaga corrompe nel mattatoio
urlano innocenti fino a che lo scempio la morte ricompone
 in sudari di sangue immobilità dei corpi assoluta quasi
di devozione

 

Tra abitudine e sgomento ecco il media trasversale esalta il nuovo gioco
dell’uso e del riuso nel rrriciclo d’ogni cosa
persino della parola vecchia con la nuova.
E’esplosa trash la supernova!
Trash fa tendenza trash pensiero trash anno zero
shaker shaker shaker trash!
- Shakespeare in Rap -  
2.600.000 scatolette di tonno/un KM di binario ferroviario
37 lattine /una macchina per il caffè di tutte le mattine.
E’l’era della rrricicletta!.
Dal dispenser abiti puliti/stirati tutti rrriciclati
dal cilindro della cyberspazzatura si materializza la trash scultura!
Vetro carta lattine acciaio plastica legno combinazioni sorprendenti
mutano forma e colore nel processo del mercato globale tutto scorre
da cosa a cosa quasi fosse regno naturale e la regina è ancora lei
LA ROSA
di plastica recuperata non più aulentissima rosa
non più rosa.