Francesco Mandrino
(Confienza 1948, Milano 1963, San Felice sul Panaro 1983), vive a San Biagio in Padule. Ha pubblicato varie opere di poesia: I bordi della notte (1992), … Lettere dal sogno (2007) con immagini di Marcello Diotallevi. Ha pubblicato anche alcune cartelle verbovisuali: Geometica (2007) con immagini di P. Mondrian, Estetica del rigore (2007) con immagini di P. Dorazio, 4 stagioni (2007) con immagini di Franco Piri Focardi. È stato anche premiato, a volte.
Nel 1992 entra in contatto col mondo della Performance quindi con la Mail Art, e si butta: Milano, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. Costituisce MMA multimediarte che diviene legalmente operativa nel 1994. Nel 1999 ha tenuto "Officina della Poesia", incontri informali sulla scrittura. Nel 2000 "Esercizio di Lettura", per la discussione ed il commento degli autori contemporanei. Il suo nome compare sul catalogo ufficiale della 46° Biennale di Venezia 2001, nel progetto "Bunker Poetico". Ha tenuto incontri con gli alunni delle scuole elementari e medie e licei.
Nel 2002 è invitato a partecipare con un'opera di poesia visiva alla fondazione del Museo della Mail Art della Città de L'Aquila e nel 2003 al Museo d'Arte Moderna di Senigallia. Suoi lavori sono presenti in varie raccolte pubbliche: "Reparation de Poesie" Canada, "Siberia Nova Kultura" Russia, "boek861" Spagna, "Municipal Art Gallery of Stavroupoli" Grecia. Nel 2008 viene invitato a Madrid, presenta una performance al Centro de Arte Moderno e tiene una conferenza sul collegamento fra poesia e performance al Centro di Cultura Italiana di Madrid, viene richiesta una sua opera verbovisuale per il costituendo Museo Italiano di Mail Art di Cosenza.
Aspirante Patafisico, in una delle sue frequenti crisi di incontinenza ebbe a dire sull'ambiguità della poesia:
«La parola deve essere usata come strumento dell'ambiguità che si vuole insinuare, alla quale parola non ci si deve contrapporre per enfatizzarla, per farla risaltare; fare ciò vorrebbe dire limitarsi a suscitare un effetto ironico-sarcastico teso a valorizzare una eventuale posizione contrapposta, difficile da individuare e che comunque risulterebbe condizionante, il che non è certo lo scopo della poesia. L'ambiguità va invece fiancheggiata, spalleggiata fino ad indurre una sensazione di ribaltamento tale da trasformare ogni affermazione in una possibile negazione che renda impossibile ogni rifiuto o accettazione preconcetta, anche e soprattutto a chi si era predisposto ad una delle due eventualità. Svelare successivamente questo uso, o lasciarlo intuire, serve a delegittimare la parola stessa. La parola delegittimata, dicendosi si scopre come tale, ripetendosi si inflaziona, smette di aderire al proprio significato e può contribuire a costituirne uno nuovo nella complessità del verso tramite una certa dose di allusività. Quindi si finisce per non trasmettere più il senso evocato dallo scritto bensì, attraverso una opportuna lettura dello stesso, si può indurre alla ricezione di un senso diverso, a volte perfino contrapposto...».
Dopo essere stato ingessato dalla ricostruzione post sisma, sta gradatamente riprendendo le attività. Sta per essere pubblicato il libro di poesia "Tentano la sorte i porcospini", nel quale, senza alcun ritegno, a fronte del testo vengono riprodotti i manoscritti delle prime stesure.